I numeri migliorano ma non abbastanza: anche se i consumi e le emissioni sono in costante miglioramento, solo un’azienda italiana su cinque ha un piano strutturato.

Argomenti in primo piano:

  1. La situazione italiana delle emissioni
  2. Aziende, strategia net-zero e consapevolezza
  3. Adottare una strategia net-zero: i vantaggi e gli ostacoli
  4. Formazione e consulenza

La strategia net-zero, o “zero emissioni", si riferisce all'obiettivo di raggiungere un equilibrio tra le emissioni di gas serra (GHG) emesse e quelle rimosse dall'atmosfera. In parole semplici, significa non immettere più gas serra nell'atmosfera di quanto sia possibile rimuoverne e compensare. Si tratta di un obiettivo fondamentale per contrastare il riscaldamento globale e limitare gli effetti del cambiamento climatico. L'Accordo di Parigi del 2015 ha sancito l'impegno globale a raggiungere la neutralità climatica entro la metà del secolo e molti Paesi e aziende hanno già intrapreso un percorso concreto che vada in questa direzione, adottando strategie net-zero per contribuire a raggiungere l’obiettivo. Molti, ma non tutti, e proprio su questo scarto si gioca il nostro futuro. Interessante da questo punto di vista la situazione italiana che possiamo analizzare attraverso due documenti usciti a pochi mesi di distanza, ovvero la ricerca “L’impegno delle aziende italiane per il net-zero”, condotta da Ipsos e dal Network italiano del Global Compact delle Nazioni Unite (UNGC) - il maggior programma di sostenibilità d’impresa al mondo sostenuto dalle Nazioni Unite - e il Rapporto periodico del GSE “Energia e clima in Italia” (primo semestre 2023). 

La situazione italiana delle emissioni

Partiamo proprio da quest’ultimo documento  - il rapporto GSE - che fotografa un miglioramento lento ma costante. In Italia le emissioni del 2022 sono pari a circa 418 mln tCO2eq, dato che dovrebbe scendere almeno a 312 mln tCO2eq nel 2030. Un valore che però, secondo l’attuale traiettoria, potrebbe essere ulteriormente abbassato: nel primo trimestre 2023, infatti, si registra un decremento delle emissioni del 5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il maggior contributo è atteso da trasporti (- 30%al 2030) e industria (- 27% al 2030), i due settori che hanno la maggiore incidenza sulle emissioni totali di gas ad effetto serra.

Aziende, strategia net-zero e consapevolezza

Questi numeri però dicono poco di quale sia la reale presenza di strategie per l’abbattimento delle emissioni e di quanto la sostenibilità sia diventato un driver per le imprese. La ricerca “L’impegno delle aziende italiane per il net-zero” fotografa infatti una situazione con forti margini di miglioramento: secondo i dati, solo un’azienda su cinque risulta che abbia approntato un piano di iniziative per affrontare il cambiamento climatico. Non sono le uniche note dolenti: solo un’impresa su dieci infatti sta misurando le proprie emissioni e ha in previsione di arrivare alle zero emissioni nei prossimi due anni. Tuttavia i segnali positivi non mancano: anzitutto l’impegno delle aziende che partecipano al Global Compact delle Nazioni Unite - da cui ha preso avvio lo studio - è molto più ampio e strutturato: tra queste, il 64% ha dato avvio a un programma per contrastare il cambiamento climatico e l’88% misura le proprie emissioni. 
A livello generale esiste poi la consapevolezza della necessità di agire, in tutti i campi: l’88% delle aziende ha ben presente il peso che la sostenibilità dovrebbe avere in tutte le scelte aziendali. Allora perché questo non avviene e quali sono i nudge su cui puntare per spingere le aziende ad adottare strategie net-zero? 

Adottare una strategia net-zero: i vantaggi e gli ostacoli

Le aziende italiane, sia aderenti che non aderenti al Global Compact delle Nazioni Unite, hanno ben chiaro il loro ruolo nell’affrontare il cambiamento climatico e l’attuale crisi ambientale. Questa responsabilità viene percepita come leva centrale per intraprendere un percorso di riduzione delle emissioni (55%). Accanto a questa spinta etica, però, si sta delineando il vantaggio economico e di comunicazione: per il 23% net-zero significa benefici economici, per il 22% un vantaggio per quanto riguarda la supply chain di grande aziende, per il 15% un miglioramento dell’immagine, per il 6% la possibilità di attrarre nuovi investimenti. Interessante anche l’elenco degli ostacoli percepiti: investimenti difficili da sostenere (per il 34%), ostacoli burocratici (27%) e mancanza di figure professionali adeguate (27%).

Formazione e consulenza

Aumentare la conoscenza di queste tematiche, sensibilizzare ma soprattutto informare sulle diverse possibilità di come ciò può essere fatto, diventa un elemento fondamentale per conciliare impresa e strategia net-zero. La possibilità di avere a disposizione figure specializzate nell’efficienza energetica e nelle strategie mirate all’abbattimento delle emissioni climalteranti può rappresentare un vantaggio sotto diversi punti di vista. In molti lo hanno già compreso: il 34% delle imprese ha formato una figura o un team che se ne occupa, il 41% si affida a consulenti esterni. Geoside supporta le aziende in entrambe le strade, con un servizio di consulenza che va dagli audit energetici all’implementazione di un sistema di digital energy management, fino a servizi di progettazione e fornitura di soluzioni impiantistiche da una parte (vedi qui) e, dall’altra, con un ampio programma formativo - l’Academy - dedicato agli energy manager interni e a tutti i diversi professionisti che operano nel settore. Scopri qui tutti i corsi.

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