Secondo il rapporto Energy Efficiency 2023 dell’IEA ci sono stati progressi, ma per raggiungere l’obiettivo fissato con gli accordi di Parigi devono essere raddoppiati gli sforzi

Argomenti in primo piano:

  1. Intensità energetica: cosa va (e cosa no)
  2. I primi risultati: la decisione della COP28

Più attenzione all’efficienza energetica da parte delle istituzioni, ma i risultati non sono ancora sufficienti. Potremmo riassumere così il quadro tracciato dall’Energy Efficiency Report 2023 pubblicato dall’IEA, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, in occasione della COP28 di fine 2023. Un documento importante perché non solo traccia un primo bilancio degli sforzi compiuti, ma allo stesso tempo fornisce un’indicazione della strada da percorrere, a cominciare dal 2024.

Partiamo dagli elementi positivi: lo slancio politico e istituzionale per l’efficienza energetica continua a crescere a seguito della crisi energetica globale innescata dalle tensioni internazionali. Gli investimenti nell’efficienza sono cresciuti del 45% dal 2020 e, nell’ultimo anno, i Paesi che rappresentano tre quarti della domanda energetica globale hanno rafforzato le politiche di efficienza energetica o ne hanno introdotte di nuove. Anche le misure chiave stanno diventando sempre più diffuse. Ad esempio, in quasi tutti i Paesi sono stati definiti orari standard per l’utilizzo di sistemi di raffrescamento e riscaldamento e, più in generale, il numero delle nazioni che hanno introdotto criteri più rigidi per i motori industriali è triplicato negli ultimi dieci anni. Questo però non ha frenato l’aumento dell’intensità energetica, indicatore di efficienza su scala globale calcolato in base al rapporto tra Consumo Interno Lordo di energia (CIL) e il Prodotto Interno lordo (PIL). 

Intensità energetica: cosa va (e cosa no)

L'analisi dell'IEA ha dimostrato che per raggiungere l'obiettivo zero delle emissioni nette del settore energetico entro il 2050, considerato essenziale per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C fissato dall'Accordo di Parigi, i miglioramenti annuali nell'efficienza energetica devono raddoppiare, passando dalla media del 2% registrata nel 2022 a più del 4% annuo, da qui al 2030. Nel 2023, l’intensità energetica globale -  anche a causa della ripresa post pandemica e di un fabbisogno energetico in forte crescita -  è migliorata solo dell’1,3%, ben al di sotto di quanto necessario. A fronte di questo dato esistono, però, ci sono alcuni elementi positivi da tenere in considerazione. Dopo avere migliorato l’intensità energetica dell’8% nel 2022, l’Unione Europea ha fatto registrare un miglioramento del 5% anche nel 2023. Gli Stati Uniti a loro volta hanno centrato un +4% nello stesso anno. Dall’inizio della crisi energetica, poi, oltre 40 Paesi hanno migliorato l’efficienza energetica a un tasso del 4% o anche più, per almeno un anno. Molto è stato fatto e molto può ancora migliorare. Aumentare gli sforzi, inoltre, offrirebbe anche altri vantaggi:  impiegare lavoratori in attività come l’ammodernamento delle case, l’installazione di pompe di calore e la produzione di automobili più efficienti - sempre secondo il report dell’IEA - porterebbe alla creazione di 4,5 milioni di posti di lavoro in più. Ciò ridurrebbe le attuali bollette energetiche domestiche anche di un terzo nelle economie avanzate. Senza dimenticare l’impatto sulle emissioni: da qui al 2030, raddoppiare l’efficienza energetica significherebbe risparmiare oltre 7 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, equivalenti alle emissioni dell’intero settore dei trasporti a livello mondiale.

I primi risultati: la decisione della COP28

Tra i risultati più importanti ottenuti nell’ambito della conferenza delle Nazioni Unite sul clima di Dubai c’è proprio l’impegno di adottare misure per ridurre le emissioni del 43% entro il 2030, con l’obiettivo ancor più ambizioso di raggiungere l'azzeramento delle emissioni nette entro il 2050. In particolare, tutti i partecipanti si sono impegnati, entro la fine del decennio, a raddoppiare il tasso di miglioramento dell'efficienza energetica. Entro la COP30, che si terrà a fine 2025, tutti i Paesi dovranno presentare i loro contributi determinati a livello nazionale (NDC) con orizzonte temporale al 2035. Lavorare sull’efficienza energetica diventa prioritario, anche a livello nazionale: l’Italia segue un trend positivo che interessa tanto i privati cittadini quanto le imprese e le amministrazioni.

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